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10 giugno 2009 3 10 /06 /giugno /2009 12:37
Aspettando Gheddafi
Sta per arrivare il colonnello Gheddafi. E per tre giorni Roma sarà come paralizzata. Gheddafi incontrerà tutti e andrà dappertutto. Comincerà con il montare una enorme tenda beduina nel parco di Villa Pamphili, vedrà tutte le più alte cariche dello stato, dal Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, e poi i presidenti di Camera e Senato, e il ministro Carfagna, e poi il sindaco Alemanno e anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Gheddafi parlerà da un balcone del Campidoglio per circa trecento persone, e parlerà anche alla Sapienza. Avrà più di 300 persone al seguito, una scorta, fatta di polizia e carabinieri eccezionale per numeri di agenti, tiratori scelti sui tetti.

Ma nessuno parlerà a Gheddafi dei campi di internamento in Libia. Campi di concentramento per migranti. Nessuno nominerà Kufrah e Qatrun e Sabha e Ghat, e ancora Gharivan, Ghudamis, Sirt, Khums, e poi Janzur, Zlitin, Twaisha, Garabulli, Brak, Shati, Ain Zara. E Bin Uild , Tajura, Jadida: "deportation camp. Migrants e refugees arrested". Come vengono definiti questi campi. Sono ovunque in Libia, sulla costa del Mediterraneo, e anche nel deserto, ai confini con il Chad, con il Niger e con l'Algeria. Stipati come animali, dentro container di ferro. Così gli immigrati arrestati in Libia vengono smistati nei centri di detenzione nel deserto libico, in attesa di essere deportati. Sono pochi i giornalisti autorizzati a entrare nei campi. Le condizioni dei centri sono inumane. I funzionari italiani e europei lo sanno bene, visto che li hanno visitati. Ma tacciono. E nessuno parla neanche di Misratah, 210 km a est di Tripoli. I detenuti sono 600, chiedono asilo politico, moltissimi sono eritrei, arrestati al largo di Lampedusa o nei quartieri degli immigrati a Tripoli. Di notte, quando cessano il vociare dei prigionieri e gli strilli della polizia, dal cortile del carcere si sente il mare. A Zlitan 30 prigionieri stanno in poco meno di venti metri quadrati di cella. Su un muro qualcuno ha scritto: Guantanamo. E i detenuti non sono presunti terroristi, ma immigrati arrestati a sud di Lampedusa, quelli che rimandiamo indietro noi. Noi che ci prepariamo ad accogliere Gheddafi con onori altissimi. Ma qualcuno avrà la dignità di chiedergli conto di tutto questo?
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9 giugno 2009 2 09 /06 /giugno /2009 14:44

Avremmo potuto avere agevolmente una rappresentanza di sinistra al Parlamento europeo ed è stato commesso l'ultimo errore elettorale. La Rete di ecologia sociale aveva sottoscritto l'appello per la lista unitaria della sinistra, lanciato prima che si formassero le liste: non se ne è fatto nulla a livello nazionale. D'altronde le lacerazioni seguite all'esperienza della Sinistra arcobaleno non avevano avuto modo di rimarginarsi, con quel che ne consegue. E le elezioni sono arrivate troppo presto.


Ma adesso è l'ora di meditare sulla sinistra degli ultimi anni, possibilmente con serenità, sicuramente con onestà intellettuale e politica e nello stesso tempo con la generosità che chiedono gli elettori di Sinistra e libertà e di Rifondazione-Comunisti italiani. A Messina, complessivamente, sono stati 3.728: non considerando tanto la percentuale totale del 4.60, falsata dall'astensionismo, ma a questi occorre dare una risposta, e presto.


Il momento è propizio. Sembrerebbe strano dirlo, ma forse si è in presenza di un inizio di inversione di tendenza. Forse non andiamo incontro al bipartitismo strangolatore, non tutti sembrano più tanto invaghiti di Berlusconi, la protesta si esprime anche nelle forme più "spurie" ma pur sempre s'esprime (5.500 voti a Italia dei Valori, 1.600 ai radicali). E la Sinistra può contare su 3.728 consensi.


La Rete di ecologia sociale propone allora un incontro a breve di discussione fra gli aderenti e simpatizzanti di Sinistra e libertà e quelli di Rifondazione-Comunisti italiani, in cui analizzare insieme la situazione e, intanto, prendere posizione sul referendum del 21 giugno. Rivendicare da subito un'azione astensionista e proporre un ritorno a sistemi elettorali col proporzionale e con la preferenza può essere un'opzione: vale la pena discuterla.


Dall'incontro immediatamente successivo a quello dell'analisi dovrebbe uscire un patto di consultazione e di azione comune a sinistra: è il momento di riprendere protagonismo nel mondo del lavoro, di rilanciare le proposte praticabili per affrontare la crisi, di "riattaccare il contatto" popolare, anche semplicemente sul piano della contro-informazione. Su tutto questo la Rete di ecologia sociale ritiene siano poche le cose concrete che differenziano le "due sinistre", una delle quali dovrebbe prendere atto che non bastano i simboli per conquistare la fiducia, l'altra che non bastano i "sogni", occorre "incarnarli" e renderli davvero utili.


Giuseppe Restifo

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9 giugno 2009 2 09 /06 /giugno /2009 10:22

Barack Obama danneggia la sua immagine dopo la decisione di non rendere pubbliche le foto sulle torture dei soldati americani sui prigionieri in Iraq e Afganistan e non mantiene le promesse fatte sulla chiusura di Guantanamo.

Il presidente americano dopo aver preso visione delle 44 foto si giustifica dicendo che potrebbero implicare un pericolo per i soldati americani e accendere ancora di piu’ il fuoco dei sentimenti anti-americani.

Sembrerebbe che le foto siano di una tale atrocità da porre addirittura in secondo piano quelle gia’ pubblicate che riguardavano la prigione di Abu Graib.

Mostrano soldati americani che con un panzer passano sopra a dei prigionieri legati al suolo,cosi da incutergli la paura di venire schiacciati,altri che a gambe larghe,troneggiano sui cadaveri di afgani morti,altri ancora che puntano la pistola al capo di prigionieri legati mani e piedi.

Gia’ nel 2004 la pubblicazione delle foto di Abi Graib provocarono,sopratutto nel mondo arabo ma anche in America e Europa,un risentimento anti-americano. La vergogna di un paese, che ha sempre fatto della democrazia il suo vessilo,diventa ora centro mondiale della violazione dei diritti umani.

Le nuove foto,che il mondo,secondo Obama, non deve vedere sono le piu’ drammatiche per cio’ che riguarda la pretica delle torture. Foto di inaudita atrocita’ sui prigionieri,foto di violenze su donne e purtroppo anche foto di violenze su minori di sesso maschile.

Di queste 44 foto,21 provengono da prigioni americane in Afganistan e Iraq, le altre 23 non e’ ancora nota la provenienza.

Appartengono tutte all’era Bush,che Obama voleva cancellare, negandone pero’ la pubblicazione,secondo i suoi simpatizzanti, il nuovo presidente ha condiviso in pieno tutta l’eredita del suo predecessore.

Ancora secondo Obama,il momento non era dei piu’ propizi per rendere note le foto,dovendo lui stesso tenere il famoso discorso davanti al popolo dell’Islam. Ora che il presidente americano ha parlato davanti ai mussulmani non dovrebbe esserci nessun ostacolo che ne vieti la pubblicazione.

 Oppure dobbiamo pensare che Obama e' come Bush?  

 

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7 giugno 2009 7 07 /06 /giugno /2009 14:34
Il guitto-ReSilvio ... si appresta all'ennesima penosa-recita ...
La recita è stata messa in cartellone ... dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentnza Mills ... da dove ORA è chiaro che Mills è stato condannato perchè corrotto da ReSilvio (alias il corruttore) ... e che "il corruttore" NON può essere giudicato grazie al Lodo Alfano che si è fatto approvare dalla sua Corte a sua "immagine e somiglianza" ...

La recita avverrà per il pubblico non-pagante (ma lautamente pagato) dei nosti sazi parlamentari ... che, come previsto dal copione della recita, si sbracceranno gli uni in slinguazzanti applausi ... gli altri in isteriche invettive ...
MENTRE lui, grugonoso e imperterrito, proseguirà nel PROCLAMA ... alla ricerca dell'ennesima "controsentenza  .

FILM già visto ... SCENE "noiose e repellenti" nella loro ripetitività ...

Stamattina ... mi veniva in mente un solo termine ... per definirlo ... E' UN DELINQUENTE !!!

... ma poi, riflettendo, mi sono dovuto ricredere ...

NO, NON E' CORRETTO DEFINIRLO UN DELINQUENTE ...

Dall'etimologia ... del termine ... infatti ...

delinquente m e f (pl: delinquenti): chi delinque, chi infrange la legge

MA LUI ... fa esattamente il CONTRARIO ... lui NON "infrange la legge" ... LUI la legge la accomoda ai suoi comportamenti ...

Esiste un TERMINE per definire tutto questo ??? ... ho cercato, ma alla fine credo proprio di NO ...
Beh allora, dopo i "neologismi" ... del verbo AMMASTELLARE con le conseguenti azioni di AMMASTELLAMENTO ... creati in onore del Clemente di Ceppaloni ... a dipingere tutta un'attività politico-affaristica da sottobosco della civiltà ... ORA tocca pensare a un termine per definire l'operato di ReSilvio nel campo del legifero-per-me-stesso ...

...pensiero al vento...
... potremmo introdurre nel vocabolario il verbo BERLUSCONARE ... a indicare l'azione di "accomodare la legge ai propri comportamenti, rendendoli quindi LEGALI ..."
... l'assenza di un termine ad-hoc ... è il segno evidente, e la conferma (se ce ne fosse ancora bisogno) che la sua opera demolitrice della democrazia ... è stata per SECOLI sconosciuta al genere umano ...
... o, per secoli, ci si limitava a chiamarla DITTATURA ? ...
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7 giugno 2009 7 07 /06 /giugno /2009 13:55

Cari,

Ho seguito in questi giorni le vicende italiane attraverso i vostri articoli dall'osservatorio di El Pais, e che dire? Per fortuna che c'è El Pais e la stampa estera!

Non so se vi stupisce sentire da una suora che è proprio angosciata per questo melodramma italiano dai risvolti ormai più inquietanti che farseschi e su cui non si può più nemmeno fare dell'ironia.

L'Italia mi pare proprio sia diventata una "terra desolata", per usare le parole del grande T.S. Eliot, popolata di "uomini vuoti". E come dice il poeta finirà "Not with a bang but a whimper", non con uno schianto, ma con un piagnisteo.

Navigando in internet ho trovato sul sito della europarlamentare Silvia Costa una lettera di una suora sulla questione dei migranti respinti in mare. Qualcuno che pensa c'è ancora.

In tutte queste vicende non è assente solo la sinistra, ma anche la chiesa, quella istituzionale, o meglio, quella del potere e dell'8x1000, perché pure le suore sono "istituzionali"...

La Conferenza Episcopale non ha saputo essere incisiva. E dire che ai vescovi, dalla loro cattedra, sarebbe bastato ricordare una sola frase del Vangelo detta da Gesù: "Ero straniero e non mi avete ospitato" nel vangelo di Matteo (25, 43) dove, pensa un po', si parla del giudizio finale. Su questo e poche altre cose si gioca il giudizio di Dio sull'uomo.

Sarebbe bastato solo un titolo a otto colonne, sull'Avvenire, senza commenti, senza editoriale, sine glossa, come diceva (faceva!) San Francesco.

Avrebbero scontentato tutti, destre, sinistre, neocon, teodem, atei devoti, etc. Che meraviglia! Avrebbero però avuto un illustre precursore: neanche Nostro Signore è stato simpatico a tutti!

Ma forse i vescovi sono un tanto confusi e credono davvero di averlo ritrovato redivivo nel primo ministro, che come Gesù Cristo, va alle feste con 'veline' e pubblici peccatori. Strano che nessuno lo abbia osservato...

Con amicizia e stima.

sr maria

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7 giugno 2009 7 07 /06 /giugno /2009 13:46

Silvio Berlusconi ha annunciato nel programma "Matrix", trasmesso dall'emittente di sua proprietà Canale5, condotto da un suo dipendente: "Nei prossimi giorni farò un'azione mediatica per mostrare alla stampa straniera la vera situazione in Italia... La stampa americana ha fece bene a fare una campagna contro Bill Clinton: lui aveva mentito. Io no. Contro di me sono state dette solo calunnie e falsità".

Il guaio è che Berlusconi, come diceva Indro Montanelli, il più grande giornalista che lo conosceva bene, "è un bugiardo sincero: crede alle bugie che racconta". Ma questa volta ha fatto male i suoi conti, perché nell'ultimo mese ha mentito ripetutamente non solo alla stampa e alla tv italiane, ma anche a quelle straniere. Che, diversamente dalla gran parte di quelle italiane, non sono di sua proprietà. Dunque non sono abituate a prendere per buone le sue bugie. Per questo il Cavaliere è tanto nervoso: nelle ultime settimane la realtà che lo insegue da trent'anni minacciando il suo mondo virtuale, il suo Truman Show, gli si è pericolosamente avvicinata. E molte delle bugie su cui aveva edificato il suo successo imprenditoriale e politico sono andate in frantumi.

L'inizio della frana è iniziato con la sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 6 mesi dell'avvocato inglese David Mills, giudicato dal Tribunale di Milano colpevole di essersi fatto corrompere da Berlusconi con 600 mila dollari in cambio delle sue false testimonianze in due processi a carico del Cavaliere alla fine degli anni 90: quello per le tangenti pagate alla Guardia di Finanza che ispezionava alcune aziende del gruppo Berlusconi e quello per i fondi neri accumulati sulle società off-shore (64 in tutto, secondo la società di revisione Kpmg) create dallo stesso Mills, dislocate nei paradisi fiscali, occultate nei bilanci del gruppo e utilizzate per varie operazioni illecite.

Quella sentenza, che non ha potuto condannare Berlusconi come corruttore di Mills perché lo stesso Cavaliere ha sospeso i suoi processi per legge, è una "summa" della sua carriera imprenditoriale. E smentisce platealmente la sua immagine di self made man, di grande tycoon che si è "fatto da sé". In realtà -secondo i giudici- Berlusconi pagò il silenzio di Mills per nascondere le illegalità con cui era diventato il padrone dell'editoria e della tv commerciale negli anni 80.

Tramite le società off-shore del comparto occulto All Iberian infatti, secondo i giudici, il Cavaliere pagò 23 miliardi all'allora premier socialista Bettino Craxi, autore di varie leggi su misura per legittimare il monopolio incostituzionale berlusconiano sulle tv private; finanziò prestanomi per controllare occultamente i pacchetti azionari di una pay tv italiana (Telepiù) e un'emittente spagnola (Telecinco) aggirando le leggi antitrust; versò svariati miliardi in nero al suo avvocato Cesare Previti, che li usava anche per corrompere giudici (compreso il giudice Vittorio Metta, autore di una sentenza comprata che nel 1990 sottrasse la Mondadori, il primo gruppo editoriale italiano, al suo legittimo proprietario, Carlo De Benedetti, per girarlo a Berlusconi);e così via.

Se Mills avesse detto tutta la verità, Berlusconi avrebbe rischiato una pesante condanna nel processo Guardia di Finanza, che si chiuse invece con la condanna dei manager berlusconiani Salvatore Sciascia (per corruzione) e Massimo Maria Berruti (per favoreggiamento), ma con l'assoluzione del Cavaliere per "insufficienza di prove". Sciascia e Berruti, oggi, sono deputati nel partito di Berlusconi.

Non bastasse la sentenza Mills, ecco le inquietanti dichiarazioni di un'altra persona che il Cavaliere lo conosce bene, avendo vissuto con lui per ben 29 anni: la sua seconda moglie Veronica Lario, che ha annunciato il divorzio perché il marito-premier "frequenta minorenni" e "non sta bene".

L'equilibrio mentale e le frequentazioni di un capo di governo sono fatti pubblici, non "gossip" come il Cavaliere e i suoi dipendenti sparsi nelle tv e nei giornali hanno tentato di qualificarli.

Tantopiù se il protagonista ha sempre mescolato la sua vita privata e quella pubblica per accreditarsi come marito esemplare con una famiglia modello, distribuendo addirittura fotoromanzi patinati ai suoi elettori. Tantopiù se è solito recarsi in udienza dal Papa, baciargli devotamente l'anello e proclamarsi "difensore della famiglia tradizionale di santa Romana Chiesa". Professioni che mal si conciliano con le fotografie che lo ritraggono nella sua villa in Sardegna in compagnia di ragazze allegre e senza veli, per giunta aviotrasportate su aerei di Stato a spese dei contribuenti.

Lo stesso Berlusconi ha scelto di rispondere pubblicamente alle accuse della moglie, prima su Rai1, poi a France2, infine alla Cnn. Lì ha fabbricato varie versioni dei suoi rapporti con una ragazza napoletana, Noemi Letizia, che lo chiama "papi" e al cui 18° compleanno lui stesso ha preso parte a fine aprile. Ha raccontato di essere amico del padre della ragazza, Elio Letizia, messo comunale, perché "era l'autista di Craxi". Falso: Letizia non è mai stato l'autista di Craxi. Ha raccontato di aver "visto Noemi tre o quattro volte, sempre in presenza dei genitori". Falso: Noemi era con lui senza i genitori nel novembre scorso, a una cena ufficiale a Roma; ed era di nuovo con lui fra Natale e Capodanno, senza i genitori ma con un'amica, anch'essa minorenne, a Villa Certosa in Sardegna. Ha raccontato di aver conosciuto papà Letizia "oltre dieci anni fa", cioè intorno al 1997-98 e Noemi "durante una sfilata di moda": ma nel 1997-98 la ragazza aveva 6 o 7 anni e, per quanto precoce, difficilmente si esibiva in sfilate di moda.

Oltretutto Elio Letizia fa risalire l'amicizia al 2001, cioè a 8 anni fa, mentre l'ex fidanzato della ragazza giura che il Cavaliere non conosceva Elio, ma telefonò direttamente a Noemi per la prima volta nell'ottobre-novembre 2008, dopo averla vista in un book fotografico in abiti succinti. Resta da capire perché Berlusconi e Letizia non si decidano a dire la verità e, dunque, quale segreto nascondano.

Intanto si sgonfiano l'una dopo l'altra tutte le altre balle che hanno contribuito a consolidare il consenso berlusconiano. L'incauta promessa dell'immediata ricostruzione ("entro settembre") della città dell'Aquila devastata dal terremoto si sbriciola contro la scarsità di denaro pubblico a disposizione e suscita le ire dei terremotati, rinchiusi nelle tendopoli sotto il caldo torrido. E l'idea di trasferire il G8 all'Aquila rischia di trasformarsi in un boomerang, con scene di protesta in mondovisione.

Anche la brillante soluzione dell'emergenza-rifiuti a Napoli si sta rivelando un bluff: i rifiuti sono accumulati, tali e quali, senz'alcun trattamento, in alcune discariche ormai esaurite, mentre il famoso inceneritore di Acerra (che non potrebbe comunque bruciare tutto), inaugurato in pompa magna nel mese di marzo, non è ancora funzionante. Intanto la magistratura indaga sui responsabili governativi dello smaltimento rifiuti per truffa allo Stato.

Le promesse di maggior sicurezza contro la criminalità sbattono contro la triste realtà del paese dell'impunità. Gli sbarchi dei clandestini dall'Africa, da quando Berlusconi è tornato al potere, sono triplicati. Il governo ha fatto ricorso a brutali respingimenti in alto mare, scontrandosi con l'Onu e col mondo cattolico.

Qualche giorno fa, la questura di Roma ha tentato di nascondere due stupri avvenuti in poche ore nella Capitale (ora governata dal centrodestra): solo quando i giornalisti, informati da fonti ufficiose, han cominciato a tempestare la questura, hanno avuto finalmente conferma dei due fattacci, con 40 ore di ritardo.

Intanto Berlusconi, che aveva annunciato per metà giugno una visita alla Casa Bianca su invito di Barack Obama, fingeva di "rinviare" la spedizione: in realtà non c'era alcun invito.

Stessa tecnica menzognera è stata adottata per la cessione del campione brasiliano del Milan, Kakà, al Real Madrid: tutti ne parlano da settimane, ma il Cavaliere (padrone del Milan) preferisce prendere tempo, per annunciare la notizia solo dopo le elezioni, temendo la reazione degli elettori milanisti.

Se i contraccolpi delle balle sgonfiate non si faranno sentire già alle elezioni europee, è solo perché l'informazione - salvo rare eccezioni - è saldamente nelle mani di Berlusconi. "Un uomo solo al telecomando" lo definiva Enzo Biagi, altro grande giornalista.

Negli ultimi giorni il premier ha imperversato sui teleschermi con decine di monologhi negli studi di emittenti pubbliche e private, violando le regole della par condicio, perlopiù intervistato da suoi dipendenti genuflessi.

Uno di questi, nel programma Mattino Cinque (su Canale5), l'ha addirittura ringraziato "per aver accettato di farsi intervistare". Poi gli ha servito alcuni assist facili facili: "Perché la attaccano sul privato e la demonizzano?", "perché il Times la attacca?", "ci spieghi che cos'ha fatto il suo governo". Il conduttore di Porta a Porta, su Rai1, in due ore di finta intervista senza domande, gli ha domandato mellifluo: "Presidente, perché secondo lei la sua vicenda privata ha influenzato in modo così anomalo la campagna elettorale?".

Poi ha trasmesso un servizio sulla sua visita a Bari, un bagno di folla "quasi imbarazzante, il miglior antidoto ai veleni della politica", con un "indice di popolarità oltre il 70%" che consente al premier di "buttarsi alle spalle le vicende personale e tuffarsi tra la gente, deciso a non mollare". La direttrice dei servizi parlamentari della Rai, cioè del servizio pubblico, Giuliana Del Bufalo, al termine di un'intervista al premier, l'ha avvertito: "Ci resta un minuto, non c'è più tempo per altre domande". E Berlusconi: "Posso sfruttarlo io?". E la giornalista: "Si figuri, lei è il padrone di casa...".

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7 giugno 2009 7 07 /06 /giugno /2009 13:35

Mi rendo conto che la domanda potrebbe suonare in qualche modo offensiva a un orecchio delicato. Di cosa si tratta? Un semplice particolare per chiamare in causa un intero popolo, per chiedergli conto dell’uso di un voto che, per la gioia di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha finito per fare di Berlusconi padrone e signore assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se, in realtà, voglio dirlo subito, il più offeso sono io. Sì, esattamente io. Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, ancora, nella mia ostinata speranza che l’incubo possa aver fine e che l’Italia possa riappropriarsi dell’esaltante spirito verdiano che, per un periodo, ha rappresentato la sua migliore definizione. E non mi si accusi di stare gratuitamente mischiando musica e politica, qualsiasi italiano colto e onesto sa che ho ragione e il perché.

Non tutto è perduto, però. É quello che ci dicono lo scrittore Andrea Camilleri e il filosofo Paolo Flores d’Arcais in un articolo recentemente pubblicato su “El País”. C’è da fare un lavoro insieme ai milioni di italiani che hanno già perso la pazienza vedendo il loro paese trascinato ogni giorno verso la pubblica derisione.  E’ l’ora. Speriamo che lo sia.

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5 giugno 2009 5 05 /06 /giugno /2009 13:04
Dopo lungo addestramento, Berlusconi e Bruno Vespa sarebbero entrati di diritto nella storia delle grandi coppie comiche, alla Gianni e Pinotto, se non fosse che Silvio sbrodola, esce dai limiti, non sta assolutamente nei tempi. Invece Vespa è perfetto nel porgere la battuta; ma poi non ha il coraggio di riprendersela, interrompendo e incalzando per dare alla gag il ritmo giusto, che è il compito supremo di ogni spalla. In più, ci sono i giornalisti in studio che nicchiano, si compiacciono e si scompisciano. È vero che il comico deve cercare la complicità del pubblico, ma, per definizione, il pubblico è pagante e non pagato. E in questo piccolo particolare sta la differenza tra spettacolo e cortigianeria. A peggiorare il tutto, Vespa ogni tanto si ricorda di essere lì per fare domande e cerca di piazzarne una. Così, l’altra sera, ha finalmente tentato l’affondo, chiedendo a bruciapelo: «È vero che Kakà va al Real?». Ma Berlusconi non ha risposto neanche stavolta.
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5 giugno 2009 5 05 /06 /giugno /2009 11:42
L'avvocato del premier Niccolò Ghedini ha denunciato El Pais per la publicazione delle foto. "Sono fotografie - spiega il legale - che provengono da reato, visto che sono state sequestrate qui in Italia proprio perché si ritiene che siano frutto di un comportamento anti-giuridico e quindi di un illecito penale; perciò è evidente che non possono essere acquistate da nessuna parte del mondo". Non solo. Ghedini annuncia anche "un'azione in sede civile per chiunque ri-pubblichi in italia le fotografie acquistate apparse su El Pais".
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5 giugno 2009 5 05 /06 /giugno /2009 11:21
 Che soddisfazione quando ti alzi la mattina,scendi giu',ti comperi le sigarette,comperi lo STERN,senti l'amico giornalaio che ti apostrofa dicendo : Berlusconi eh!?!...ehh..voi italiani!!..ti verebbe voglia di rispondergli : voi italiani cosa?????stronzo!!!...ma lasci perdere..accenni un sorrisetto ebete,giri i tacchi e te ne vai.Non capirebbe mai, il caro amico giornalaio,che tu odi quell'uomo con tutte le tue forze,che anche gli italiani non sono tutti uguali,ma questo purtroppo e' il pensiero comune.
Cosi', dopo aver fumato 2 sigarette per pareggiare la nicotina nel sangue dopo una notte di astinenza,mi piazzo lo STERN davanti, fisso la copertina per 5 minuti buoni come inebetito e frustrato,mi decido quindi di andare a pagina 42 e lo schok e ancora piu' grande : TUTTIFRUTTI...cosi e' titolato l'articolo che parla del nostro " amato " premier!!
Fino a poco tempo fa' i tedeschi ci identificavano per il paese del sole e della pizza...ora siamo diventati il paese TUTTIFRUTTI!!!
Per non parlare poi del sottotitolo....una sequela di " magnificenze" sul nostro caro premier...: Berlusconi non e' solo l'uomo piu' potente d'Italia, e' anche l'uomo piu' amato e voluto, l'uomo che si infiamma per una minorenne e confeziona per il suo popolo una soapopera che solo nei suoi canali televisivi si puo vedere....la storia di un uomo cosi affascinante e spudorato...un icona per il suo popolo...nella quale molti italiani si identificano.
L'articolo scorre su 14 pagine,piu' che altro foto sulle stile di vita dell'"amato",ville di proprieta',tette e culi al vento di belle donne,una sequenza di "frasi famose",l'articolo in se stesso ripete le ultime vicende italiane dal caso Noemi al caso Mills, niente di nuovo sotto il sole quindi,Luisa Brandl(autrice del pezzo)fa' uno spaccato del modo di vivere degli italiani,intervistando alcune persone come quella copia che al sole di Rimini passeggiavano in spiaggia con il loro terrier,lo volevano chiamare Silvio,come il premier,piccolo,coraggiios
o e che va contro tutti,poi hanno cambiato idea,per non offendere il loro leader,che hanno votato e che continueranno a votare.Come la signora V. ad esempio,imprenditrice di Milano,madre di 5 figli, che alla domanda se un premier che tradisce la moglie si puo' dare ancora fiducia risponde che qualsiasi uomo di 72 anni vorebbe portarsi a letto una di 18.
Luisa Brandl continua con una analisi spietata di quel che e' diventato lo status symbol dell'italiano medio, arrivare a tutti i costi,passando sopra a tutto,anche la dignita'. Sempre la Brandl nel suo articolo scrive che chi viene in Italia ha quasi l'impressione di entrare in una soapopera che va in onda 24 ore su 24.
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