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26 luglio 2009 7 26 /07 /luglio /2009 09:39

Un tempo il più grave problema di Palermo era il traffico. Oggi, la piaga più preoccupante è senza dubbio la perniciosa presenza dei marocchini al semaforo. Certo, i lavavetri. Un terribile assillo per gli automobilisti di Catania, Siracusa, Enna, Trapani, Messina, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Salerno, Napoli, Caserta, Foggia, Bari, Brindisi, Taranto, eccetera. Minacciano la nostra società civile, la colpiscono alle radici. Insomma, non se ne può più. Che dire poi dei fetidi cibi etnici che appestano i centri storici? Li chiamano kebab, o felafel. È una vergogna che le amministrazioni comunali non intervengano per porre fine a questa indecenza. Ovunque si dovrebbe seguire l’esempio di Lucca, dove un’ordinanza vieta di cucinare simili porcherie.

Poi ci sono i venditori di rose. Insopportabili. Li incontriamo mentre siano seduti al bar o al ristorante. Ci ammorbano di continuo per rifilarci quelle rose rosse rinsecchite, raccolte chissà dove. Va via uno, e ne arriva un altro. Non se ne può più.

È vero: c’è poco da scherzare, se nel paese che ospita le più potenti organizzazioni criminali del mondo, l’opinione pubblica si sente minacciata dagli extracomunitari, e dal cous cous.     

In questo clima surreale accade davvero di tutto. Il 28 gennaio 2009, un’intervista a Maria Concetta Riina merita la prima pagina del quotidiano la Repubblica . La donna racconta di suo padre, Totò Riina, uomo generoso e dispensatore di sani valori. Dunque, fra qualche anno, ci ritroveremo probabilmente a fare lo struscio o a bere un caffè in una piazza intitolata al “capo dei capi”. Immaginiamo sulla lapide la scritta: “Salvatore Riina, grande educatore”.

Nell’attesa, speriamo che sulla prima pagina di un quotidiano si pubblichi l’intervista ad un parente di Driss Moussafir. Chi è? Certamente lo ricordano in pochi. È meno famoso di Riina e di tanti altri criminali. Egli è invece una vittima della barbarie mafiosa. In quel tragico 27 luglio 1993, a Milano, in via Palestro, stava dormendo su una panchina davanti alla Villa Comunale. Alle 23:15 l’esplosione: cinque morti e sette feriti. Nell’attesa, speriamo che qualche amministratore intitoli una bella piazza proprio a Driss Moussafir, “marocchino, senzatetto, ucciso barbaramente da Cosa Nostra”.

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